Ottenere un mutuo per l’acquisto di un’abitazione può comportare procedure lunghe e difficoltose, oltre alla preoccupazione per non riuscire nell’impresa. Oltretutto, i problemi o i dubbi a volte non terminano neppure quando il mutuo viene finalmente concesso. Ci si può chiedere, per esempio, come pagare le rate, se sia meglio farlo dal conto corrente o in altro modo.

Cerchiamo di rispondere a queste domande, cominciando dai tipi di mutuo che possono essere concessi.

Tipologie di mutuo

Fondamentalmente, sono due i modi in cui la banca può erogare il mutuo concesso: contestuale e non contestuale.

Si dice contestuale la procedura secondo cui la somma viene erogata dalla banca al momento del rogito notarile, cioè al momento del passaggio di proprietà definitivo al nuovo proprietario. In questo caso, la banca mette a disposizione del mutuatario (colui al quale il mutuo è stato concesso) l’intera somma, che quindi viene utilizzata per l’acquisto della casa.

Si parla invece di erogazione non contestuale  quando la somma viene messa a disposizione dalla banca in un momento successivo al rogito, in relazione a una serie di condizioni che la banca può porre, che possono essere accettate o meno dal mutuatario, e che sarà compito del notaio verificare.

Il mutuo può poi essere erogato in diversi modi, ma quelli più comuni sono quattro:

  • accredito sul conto corrente intestato al mutuatario.
  • assegno bancario intestato al mutuatario.  In questi due casi, starà al mutuatario versare al venditore la cifra pattuita secondo i tempi e le modalità stabilite durante il rogito.
  • assegno circolare. Può essere preferito dal venditore, in quanto per sua stessa natura non può essere ‘scoperto’ e offre quindi maggiori garanzie rispetto a un normale assegno bancario.
  • bancogiro, cioè lo spostamento di denaro tra un conto e un altro intestai a persone fisiche.

Rimborso e rate del mutuo

Non entriamo nel merito dei diversi tipi di mutuo, tassi, interessi e via di seguito. Consigliamo soltanto di valutare bene tutti gli aspetti, molto spesso poco comprensibili per persone che non siano esperte dei meccanismi finanziari e bancari. È quindi utile, se non indispensabile, farsi seguire da un consulente esterno, cioè una persona diversa dall’impiegato della banca o della finanziaria che erogherà il mutuo. Avrà una visione più obiettiva e imparziale, e in questo modo, si eviteranno brutte sorprese nel futuro.

A rate costanti

Detto questo, ci sono diversi modi di rimborsare il mutuo alla banca. Quello più comune è a rate costanti, prelevate dalla banca direttamente dal conto corrente del mutuatario, conto corrente che nella maggioranza dei casi è della stessa banca che ha erogato il mutuo.

Per pagare le rate del mutuo dal conto corrente non occorre alcun requisito particolare, è sufficiente avere la cifra sul conto corrente stesso. Ricordiamo che, a questo punto, il mutuo è già stato concesso, quindi tutte le eventuali garanzie richieste dalla banca o dalla finanziaria (per esempio, presenza o meno di uno stipendio accreditato mensilmente) sono già state soddisfatte.

Se la situazione dovesse cambiare col tempo, la banca non avrà nulla a pretendere a meno che la rata non venga omessa, o versata in ritardo. Ci spieghiamo meglio.

Immaginiamo che al momento della concessione del mutuo il mutuatario fosse titolare di uno stipendio fisso, e che poi per cambio lavoro o altro questo stipendio fisso accreditato sul conto corrente che si utilizza anche per il mutuo venga a mancare. Se le rate continuano a essere pagate con regolarità, l’assenza dello stipendio non comporterà nessun tipo di problema.

Per cui non occorre altro che la disponibilità del denaro sul conto, per l’ammontare della rata da pagare. Non c’è differenza fra questo pagamento e – per esempio – le rate dell’auto o il pagamento tramite banca delle bollette, semplicemente si compila una delega con tutte le specifiche necessarie e non occorre altro.

Mutuo e conto in due istituti differenti, è possibile?

Attenzione: a differenza di quanto comunemente si crede, e a differenza di quanto molte banche sostengono, il conto corrente e il mutuo non devono essere necessariamente nella stessa banca. Non solo è una possibilità, ma un diritto del cittadino previsto e normato per legge.

Quando si pone, questo problema? In tutti i casi in cui una persona abbia un conto corrente del quale per varie ragioni è soddisfatto, ma quella banca non offra secondo lui le migliori condizioni per il mutuo, e si rivolge quindi a un altro istituto. Senza però avere intenzione di chiudere il conto corrente esistente, né di averne due.

La legge, per una volta, parla chiaro: fin dal 2005, con i provvedimenti legislativi contenuti nel cosiddetto ‘Decreto Salva Italia’, nessuna banca può imporre l’apertura di un conto corrente per pagare le rate del mutuo che concede. Potrebbe decidere di non concederlo, ovviamente, ma in questo caso deve motivare in maniera precisa e puntuale i motivi del rifiuto; e non può nominare l’assenza di un conto corrente, né far credere al cliente che con l’apertura di un conto allora sarà più facile ottenere il mutuo stesso; in questi casi, la banca sarà passibile di denuncia.

Stesso discorso per l’assicurazione sul mutuo. La banca non può obbligare il mutuatario a servirsi della compagnia della banca stessa. Può proporre la cosa, certamente, ma poi starà al cliente scegliere quella che preferisce in base alle proprie esigenze ed esperienze.

Tuttavia, in qualche caso è possibile si arrivi a un muro contro muro: o si apre un conto corrente, o il mutuo non verrà concesso. Lasciamo stare che la cosa non è legale: chi ha voglia, tempo e denaro sufficienti a impelagarsi in una causa contro una banca o una finanziaria? Senza contare che, se pure si vincesse, ci vorrebbero anni e anni; di fatto, i tempi giudiziari italiani renderebbero la vittoria inutile.

Se le cose stessero così, allora la soluzione più semplice è acconsentire ad aprire un conto presso la banca in questione e poi, una volta erogato il mutuo, chiuderlo e trasferire la rata sul proprio conto corrente abituale.