Le piccole e medie imprese del nostro Paese potrebbero trarre vantaggio da diversi fattori peculiari della blockchain, come per esempio l’accesso al credito. Infatti la trasparenza della tecnologia e la decentralizzazione contribuiscono ad accrescere la liquidità a disposizione sul mercato dei crediti, oltre a diminuire i tempi e i costi che occorrono per accedere a un finanziamento. Questo è il classico caso della tecnologia al servizio delle aziende, ma soprattutto della tecnologia che si dimostra un acceleratore di innovazione e di sviluppo. È palese, dunque, che le spese sostenute in questo ambito non debbano essere considerate un costo, ma piuttosto un investimento. Le soluzioni blackchain, fra l’altro, potrebbero aiutare le imprese nostrane a far fronte alla pirateria e alla contraffazione, due sfide che non possono essere sottovalutate. Questa è una delle ragioni per le quali le imprese osservano le applicazioni che si fondano sulla blockchain con una crescente attenzione.

La questione della contraffazione

Gli ambiti della nostra economia che più soffrono le conseguenze della contraffazione sono quelli in cui, guarda caso, si riscontra la presenza più significativa, dal punto di vista numerico, di piccole e medie imprese. L’Ocse rende noto che nei settori delle calzature e dei capi di abbigliamento le PMI perdono più o meno 3 miliardi e 750 milioni di dollari, ed è di 3 miliardi e 200 milioni la perdita che viene fatta registrare dalla filiera agroalimentare. L’utilizzo della blockchain, dunque, può rappresentare un punto di svolta per le aziende di filiera di dimensioni non eccessive che non sono in grado di proteggere la propria unicità.

I progetti destinati alle PMI

Nel nostro Paese, non a caso, sono numerosi i progetti destinati alle piccole e medie imprese, che sono quelle capaci, in linea teorica, di trarre più benefici dalle peculiarità tipiche della blockchain. Quali? La tracciabilità e la trasparenza, per esempio, ma anche il controllo semplificato della qualità, la tempestività, l’immutabilità e la sicurezza. Come noto, inoltre, la blockchain consente di non dover ricorrere a soggetti intermedi, visto che viene consentito ai clienti di ottenere informazioni che riguardano l’origine e la produzione dei materiali, oggi di fondamentale importanza anche perché correlate al concetto di sostenibilità.

Le aziende che hanno saputo sfruttare la blockchain

Temera, per esempio, è una società che si serve della blockchain per sostenere le aziende del nostro Paese che hanno la necessità di certificare l’autenticità dei prodotti che propongono e la propria filiera. Peuterey è uno dei marchi che hanno tratto vantaggio da tale tecnologia: si tratta di un’azienda della Toscana che grazie alla blockchain è stata in grado di assicurare alla clientela la trasparenza della propria produzione e al tempo stesso ha garantito le certificazioni di ogni componente proveniente da processi di rigenerazione o di riciclo.

Come utilizzare la blockchain con NFT e Metaverso

Un ulteriore esempio può essere individuato nella decisione di integrare la vendita di prodotti digitali e la vendita di prodotti reali, mettendo a disposizione un NFT del prodotto che è stato comprato, che potrà essere impiegato nel Metaverso. Si tratta di un’opportunità che, a differenza di quel che si potrebbe pensare, non riguarda unicamente i grandi nomi ma anche le aziende più piccole. Un negozio digitale potrebbe consentire ai clienti, fra l’altro, di conoscere e scoprire la merce tramite la realtà virtuale. È chiaro che per una PMI un investimento di questo tipo è molto importante, ma si potrebbe trattare anche di un’occasione di risparmio se le trasferte, gli eventi o altre attività fisiche dovessero essere trasferite nel mondo virtuale. Per esempio per le operazioni finanziarie una tecnologia trasparente e decentralizzata può accrescere la finanziabilità delle aziende, contribuendo a ridurre sia i tempi che i costi da affrontare per accedere a un finanziamento.

Le startup

La gestione dei dati attraverso la blockchain può essere di sostegno anche per le startup e lo sviluppo del loro ecosistema. Per quanto una giovane azienda possa essere disruptive e all’avanguardia, infatti, l’assenza di un bilancio si rivela un problema di non poco conto, dal momento che può compromettere l’accesso al credito. E in un caso del genere non vale il detto “mal comune mezzo gaudio”, partendo dalla constatazione che si tratta di una condizione comune. Attraverso una meticolosa analisi dei dati si può verificare quanto credito occorre per sostenere la crescita e capire quali sono gli strumenti più adatti a cui far riferimento. Ecco, allora, che l’impiego della blockchain si potrebbe rivelare utile per validare i numeri di startup che sono nate da poco. Valutare un’azienda a partire da dati di bilancio non recenti, inoltre, spesso non ha molto senso, mentre con la blockchain si può scoprire in real time ciò che accade lungo la catena del valore, per di più con informazioni che non possono essere modificate perché i numeri sono per forza reali.